Testo di orientamento Protezione della salute e della sicurezza al lavoro
Nemmeno sei mesi dopo il nostro ultimo congresso, a inizio gennaio 2020, è scoppiata la crisi del Corona virus, che ha costituito una prova durissima per il personale del trasporto pubblico, tenuto a essere a disposizione e a fornire le sue prestazioni alla popolazione durante l’intero periodo. In un contesto simile, contraddistinto dapprima dallo sbigottimento e in seguito dalle incertezze, dalle costrizioni, dalle emozioni e dagli oneri fisici e psichici, le regole di protezione della salute e di sicurezza sul posto di lavoro hanno assunto un’importanza senza precedenti, anche perché nuove forme di lavoro adottate a seguito della pandemia, come il telelavoro e le videoconferenze, non esulano dalle norme legali e contrattuali sul lavoro. Anzi!
La pandemia: conseguenze sulla protezione della salute e la sicurezza sul lavoro
Iniziamo col ricordare che, secondo l’articolo 6 della legge sul lavoro e l’articolo 27a dell’ordinanza 3 COVID-19, i datori di lavoro sono tenuti ad assicurare la protezione della salute di lavoratrici e lavoratori e ad applicare misure di prevenzione sul posto di lavoro. Devono quindi prendere tutte le misure idonee e adeguate alle condizioni tecniche ed economiche dell’azienda. Il SEV controlla anche che vi sia una parità di trattamento nell’applicazione di provvedimenti di protezione, elaborati considerando i rischi e nel rispetto del principio « STOP ».
Il principio « STOP » è composto da quattro elementi: « S » per Sostituzione ; « T » per provvedimenti tecnici ; « O » per provvedimenti organizzativi e « P » per provvedimenti di protezione individuale:
- Render possibile il rispetto della distanza necessaria per evitare contagi (per esempio tramite il telelavoro);
- Se ciò non è possibile, prevedere barriere tecniche, come separare i posti di lavoro o posare pannelli di separazione ecc.;
- Se ciò non è possibile, prendere provvedimenti di carattere organizzativo, come dividere il personale in squadre;
- Se ciò non è possibile, ricorrere a protezioni individuali: abiti di protezione, maschere, guanti ecc.
Il SEV chiede anche il prolungamento dei provvedimenti per la protezione del personale vulnerabile; che l’abbandono di questi provvedimenti sia preceduto da un termine di preavviso sufficientemente lungo e che i partner sociali vengano obbligatoriamente consultati in caso di modifica delle regole di protezione.
Nell’ambito del telelavoro, sia esso obbligatorio o facoltativo, il SEV chiede che il personale possa beneficiare di condizioni di lavoro rispettose dei principi di ergonomia e di igiene. Nei casi di telelavoro obbligatorio, il personale interessato deve inoltre beneficiare di un sostegno finanziario adeguato per la mobilia e gli strumenti informatici.
Per permettere al personale di svolgere le proprie funzioni nel rispetto delle regole di igiene e di salute sul lavoro, i datori di lavoro devono informarlo in modo esaustivo sulle regole per la salute e la sicurezza, sulla durata del lavoro, sulla sua registrazione e la sua organizzazione, sul diritto a non essere raggiungibili, sui provvedimenti adottati per i contatti tra i team, sulla protezione dei dati e i provvedimenti in caso di guasti e perturbazioni.
Al personale dei settori operativi, chiamato a svolgere il proprio lavoro anche all’estero (nel traffico transfrontaliero) deve essere riconosciuto quale tempo di lavoro tutto il tempo necessario per soddisfare i requisiti di salute richiesti dalla rispettiva nazione. Le misure di protezione della salute devono essere definite in modo da risultare valide nella stessa misura per viaggiatori e personale. Questi provvedimenti di protezione per il personale devono essere considerati prioritari ed essere anteposti alle considerazioni di carattere economico dell’azienda.
Una soluzione settoriale per le persone dalla salute compromessa
Le difficoltà insite nelle professioni del trasporto pubblico hanno spesso ripercussioni sulla salute del personale. Il SEV chiede quindi l’elaborazione di una soluzione settoriale nei campi della formazione continua, della reintegrazione e della riconversione professionali. È anche imperativo che questa soluzione possa fornire alle e ai dipendenti interessati una garanzia d’impiego, sul modello di quanto praticato presso le FFS.
Nelle piccole ITC è spesso difficile individuare soluzioni per la reintegrazione interna all’impresa. Si impone pertanto la ricerca di una soluzione a più vasta scala come, per esempio, un «pool d’impiego», che potrebbe essere creato a livello regionale. Per quanto riguarda i provvedimenti di formazione, di perfezionamento, di trasferimento o di riconversione, la soluzione va ricercata a livello nazionale, tramite la creazione di un fondo paritetico per il settore dei trasporti pubblici, idealmente finanziato da datori di lavoro, salariate/i, assicuratori (AI, SUVA) e, possibilmente, anche da altre istituzioni pubbliche.
Salute sul posto di lavoro
Dopo le edizioni del 2010 e del 2018, a inizio 2022 il SEV ha svolto un nuovo sondaggio sull’evoluzione delle condizioni di lavoro e sullo stato di salute degli autisti di bus al quale, per rendere i risultati ancora più pertinenti e rappresentativi per tutto il settore, hanno partecipato anche i sindacati VPOD, con le sue sezioni di traporto urbano della Svizzera tedesca e Syndicom, che organizza i conducenti di Autopostale.
L’altra novità è costituita dal fatto che i risultati sono stati analizzati da Unisanté, in modo da fornire a questo sondaggio un valore scientifico con valenza statistica.